RI/PIANTARE la Posidonia Oceanica

Ci immergiamo quotidianamente sorvolando più o meno grandi appezzamenti di praterie di piante acquatiche quasi senza farci caso, diretti agli obiettivi di interesse quali pareti di coralligeno e punti di pesce di passo.

Foglie di Posidonia Oceanica ne vediamo dappertutto e talvolta ci disturbano con il loro movimento o ci intimoriscono per una paura remota di ciò che nascondono, o forse sarebbe meglio dire proteggono. Già perchè questa specie di fanerogame, endemica del Mediterraneo, è un vero e proprio rifugio per molti organismi e nursery per specie pregiate, rappresentando un habitat ad elevata biodiversità. Dal 1997 è un Sito di Interesse Comunitario (SIC) protetto dalla Convenzione di Barcellona (Protocollo SPA/BIO) Allegato II e fa parte della Convenzione di Berna, Allegato I.

Un ecosistema capace di catturare anidride carbonica, cambiare l’acidità dell’acqua e regolare l’equilibrio ecologico del mare. La sua presenza indica la buona qualità delle acque e le sue foglie in decomoposizione sulle spiagge (si chiamano banquette) non dovrebbero infastidirci perchè preservano il litorale dalle mareggiate invernali. Purtroppo le attività umane stanno mettendo alla prova la sopravvivenza di queste piante, minacciate dagli ancoraggi, dall’inquinamento delle acque e dalle costruzioni marittime.

Due giorni fa si presentano al diving due ricercatori che ci chiedono di aiutarli a divulgare questo informazioni preziose fra subacquei e amanti del mare. Valentina e Chiara decidono di immergersi il giorno successivo con Manuel, fondatore di Project Manaia, si tuffano al Sasso che Bara per piantare semi di Posidonia Oceanica proprio nello spot di casa. “Un’esperienza formativa incredibile” dicono, “Un onore collaborare con i biologi ed avere la possibilità di fare qualcosa di concreto per il mare che ci ospita ogni giorno”.

Il monitoraggio sarà compito nostro e staremo avedere l’esito di questo RE/PLANTING.

replanting posidonia oceanica

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